Il Parlamento Europeo cancella l'emendamento su Assange

 

 

 

29-11-2020

 

 

 

Il 24 novembre, in occasione del rapporto sulla situazione dei diritti fondamentali nell'unione europea, Clare Daly , ovvero l' eurodeputata irlandese e relatrice per la relazione annuale sui diritti fondamentali, ha proposto un emendamento per reinserire il caso Assange nella relazione finale.

Il nome di Assange è stato rimosso il 23 Novembre per decisione di una commissione di parlamentari europei composta dal Partito popolare europeo, dai Socialisti e Democratici e dal partito Renew Europe.

Senza la libertà di stampa non è possibile conoscere le altre violazioni dei diritti fondamentali. In una democrazia, i giornalisti possono rivelare crimini di guerra e casi di tortura e abusi senza dover andare in prigione. È il ruolo stesso della stampa in una democrazia.
Nell'emendamento in questione di Clare Daly c'è scritto che “il whistleblowing è un fondamentale aspetto della libertà di espressione e gioca un ruolo fondamentale nell'indagare e segnalare illeciti e nel rafforzare la responsabilità e la trasparenza democratiche. Inoltre il whistleblowing rappresenta una fonte informativa chiave nella lotta contro il crimine organizzato e nell'investigazione, identificazione e pubblicazione di casi di corruzione nei settori privati e pubblici. […] La detenzione e le criminali accuse contro Assange rappresentano un precedente pericoloso per i giornalisti come affermato dall'Assemblea Parlamentare del Consiglio Europeo (Risoluzione 2317)”.
L'emendamento è stato bocciato con 191 voti favorevoli, 408 contrari e 93 astenuti.

Non si capisce pertanto di quale liberta' parli il parlamento europeo, visto che ha rimosso il nome di Assange completamente.

La liberta' di informazione vera non piace ai governi, e nemmeno al parlamento europeo, che preferisce insabbiare completamente il fondatore di Wikileaks.